LE ANTICHE ORIGINI
Le origini del castello di Sant'Andrea di Suasa, risalgono a circa 1500 anni fa, poco dopo la distruzione dell'antica città di Suasa ad opera di Alarico, re dei Visigoti
nel 409 d.c. Dopo tale evento, la popolazione superstite si ritirò sulle colline lungo la vallata del fiume Cesano e con il tempo diede origine a vari paesi e castelli,
tra cui quello di S.Andrea di Suasa. Il nome originario in verità era “ Castrum Sancti Andreae” ed è rinato grazie all'opera dei monaci benedettini che intorno
all'anno 1100 d.c. riunirono una parte di queste popolazioni e costruirono le mura del castello per dare loro protezione.
E' proprio in questo contesto storico, scandito dal susseguirsi di guerre, assedi e carestie, ma anche di periodi floridi e costruttivi che vennero gettate definitivamente le basi della
nobile arte della viticoltura.
Benché in primis spettò all'impero romano il merito di averne introdotto le basi, poi a partire dal secondo secolo d.c. essa fu oggetto di un lento ridimensionamento fino
a rivedere la luce progressivamente a partire dal secolo decimo, quando la diffusione del cristianesimo ed il nuovo simbolismo religioso che legava il vino al sacrificio della Santa
Messa ne determinò la rinascita.
In particolare, in questo periodo la viticoltura fu fortemente incentivata grazie alla diffusione sul territorio degli ordini monastici e tra questi in particolare da quello dei
benedettini, i quali si impegnarono a realizzare vigneti per i loro conventi.
Proprio a testimonianza del loro importantissimo ruolo nella storia di S.Andrea di Suasa, rimane ancora oggi visibile l'antico convento nel centro del castello.
Grazie al loro impegno, iniziò un periodo di prosperità per il borgo che divenne nel corso dei secoli, sede di una fiorente attività agricola e commerciale,
derivante dalla coltivazione delle fertili terre attorno il castello.
Nonostante il passare dei secoli, grazie all'amore per la terra delle successive generazioni, al loro impegno ed al loro sacrificio, questa tradizione agricola si è conservata
immutata fino ai giorni d'oggi, lasciando pressoché inalterato il territorio agricolo circostante, proteggendolo dall'industrializzazione dei tempi moderni e contribuendo
pertanto a farne letteralmente un "piccolo mondo sospeso nel tempo".
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